Al termine della Conferenza Nazionale del MoVI, le realtà italiane che hanno preso parte al progetto firmano il manifesto che guiderà la trasformazione delle scuole in spazi di bene comune.

Si è conclusa ieri a Roma la Conferenza Nazionale organizzata dal MoVI – Movimento di Volontariato Italiano per celebrare e discutere i dieci anni del progetto “Scuole aperte e Partecipate”. Un appuntamento che ha riunito le diverse realtà nazionali che nel corso degli anni hanno dato vita, in oltre quindici città italiane, a una rete di scuole che si aprono al territorio, restituendo alla comunità spazi vivi di cittadinanza, partecipazione e inclusione.

Nato nel 2015 dall’esperienza dell’Associazione Genitori Scuola Di Donato di Roma, il progetto ha via via trasformato gli edifici scolastici in luoghi di socialità, educazione e cura condivisa. Le Scuole aperte e partecipate sono sorte per rispondere a un bisogno semplice e profondo: fare della scuola un bene comune. In un tempo segnato da disuguaglianze educative e solitudini sociali, l’apertura oltre l’orario scolastico ha restituito alle scuole il loro ruolo originario di presidi civici e culturali, capaci di costruire legami, prevenire marginalità e generare comunità.

Il progetto ha messo in rete scuole, famiglie, enti locali e associazioni, dando vita a una comunità educante nazionale. Attraverso patti educativi, co-progettazioni e reti territoriali, le Scuole aperte e partecipate hanno dimostrato che l’educazione non è un servizio da erogare, ma un processo da vivere insieme. Dopo dieci anni di sperimentazione e di pratiche condivise, il MoVI rilancia la sfida per l’Orizzonte 2030: trasformare almeno mille scuole italiane in spazi di bene comune, aperti alla partecipazione dei cittadini, dove educazione, inclusione e democrazia si intrecciano.

All’interno della Conferenza Nazionale, le realtà che animano la rete hanno lavorato in modo condiviso alla definizione del Decalogo delle Scuole Aperte e Partecipate, un manifesto di valori e impegni ispirato al Vademecum nazionale delle buone pratiche e pensato per orientare le politiche educative e sociali dei prossimi anni. Il Decalogo si articola in dieci principi che guidano la trasformazione delle scuole in motori di comunità, innovazione e giustizia sociale

 

Orizzonte 2030: Il Decalogo delle Scuole aperte e Partecipate

  1. Aprire gli spazi, liberare le energie
    Le scuole devono essere luoghi vissuti da tutta la comunità anche oltre l’orario scolastico: aule, cortili, palestre e teatri diventano spazi civici, di incontro e di crescita collettiva. 
  2. Coltivare la cura come bene comune
    Prendersi cura della scuola significa prendersi cura del territorio. Ogni gesto di manutenzione, bellezza e accoglienza diventa atto educativo e civico. 
  3. Tessere reti di fiducia
    Le Scuole aperte e partecipate e partecipate e partecipate e partecipate nascono dal dialogo tra genitori, studenti, docenti, associazioni, enti locali e cittadini. La rete è la trama che tiene insieme le energie e garantisce continuità e sostenibilità. 
  4. Promuovere la corresponsabilità
    Tutti sono protagonisti: studenti, genitori, educatori, volontari, amministratori. La corresponsabilità genera appartenenza e costruisce comunità educanti. 
  5. Valorizzare la partecipazione
    La partecipazione è il motore della scuola aperta: si costruisce nei processi decisionali, nella co-progettazione e nella condivisione delle scelte. 
  6. Sperimentare nuove alleanze istituzionali
    I patti di collaborazione e i patti educativi di comunità sono strumenti concreti per rendere le scuole laboratori di democrazia e di amministrazione condivisa. 
  7. Apprendere nella pratica e nella relazione
    L’apprendimento avviene anche fuori dall’aula, nei contesti di vita e di comunità. Ogni esperienza di collaborazione è occasione di crescita reciproca e di educazione alla cittadinanza attiva. 
  8. Sostenere la rete nazionale delle Scuole aperte e partecipate e partecipate e partecipate e partecipate
    Condividere saperi, esperienze e risorse tra territori per far crescere un movimento diffuso di Scuole aperte e partecipate e partecipate e partecipate e partecipate e partecipate come infrastruttura educativa del Paese. 
  9. Rendere visibile il valore sociale della scuola
    La scuola aperta non è solo un luogo di istruzione, ma un presidio civico, culturale e democratico capace di contrastare la povertà educativa e generare coesione. 
  10. Pensare al futuro come bene comune
    L’orizzonte 2030 è una scuola che educa alla cittadinanza solidale, alla sostenibilità e alla responsabilità condivisa: una scuola che forma cittadini generativi, capaci di “abitare” il mondo insieme.

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