Accendiamo la comunità con la solidarietà: appunti dalla Conferenza regionale del MoVI – Friuli Venezia Giulia
Comunità e solidarietà. Due concetti che implicano una serie di esigenze fondamentali nella nostra società, che diventano sempre più impellenti con il passare dei giorni e con l’avvicendarsi degli eventi che ci coinvolgono, dal locale al globale. Da qui, l’idea di porre questi due concetti al centro delle riflessioni che hanno animato la conferenza regionale del MoVI – Friuli-Venezia Giulia, che si è svolta sabato 3 dicembre al Centro Balducci di Zugliano (Udine).
Una giornata all’insegna della condivisione e della partecipazione. Una partecipazione ampia, che ha coinvolto non solo gli aderenti al MoVI ma anche gli appartenenti al mondo del volontariato, del terzo settore e della comunità in generale. Un’apertura consapevole, voluta fortemente dagli organizzatori, sulla base di un’idea ben precisa: il volontariato non può prescindere dall’ascolto e dal confronto con tutti i protagonisti della società che vogliono contribuire allo sviluppo delle sue dinamiche.
Gli interventi dei relatori sono stati preceduti con un appassionato ricordo di Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci che ci ha lasciati pochi mesi fa. Letture e ricordi che hanno anticipato gli interventi di Don Paolo Iannacone (presidente del Centro Balducci) e di Franco Bagnarol, che hanno aperto gli interventi della conferenza.
Il primo relatore a prendere la parola è stato Luciano Gallo, esperto di sviluppo locale che ha sottolineato come sia fondamentale generare economie di rete perché i territori si possano sviluppare.
Secondo Gallo, lo sviluppo parte proprio dal territorio, in un rapporto virtuoso tra le relazioni e lo spazio in cui avvengono.
In questo nuovo paradigma, è fondamentale un passaggio dalla logica dell’io a quella del noi.
In quest’ottica, è necessario agire per diffondere una nuova economia del dono, in cui gli sforzi e le attenzioni della comunità devono essere rivolti al superamento delle fragilità. La fragilità che, quindi, diventa centrale nel passaggio da un «mondo che prende» a un «mondo che dà».
Per raggiungere questo orizzonte è necessaria la creazione di nuove alleanze territoriali, nuovi modelli di cooperazione che contribuiscano allo sviluppo di comunità energetiche, di un welfare di territorio e di comunità digitali inclusive e solidali.
Anche Ranieri Zution – esperto di welfare e secondo relatore di questa conferenza regionale – ha sottolineato l’importanza della fragilità come leva per il consolidamento dei legami sociali. La società individuale di oggi è in crisi sociale, demografica, economico/finanziaria, energetica, ambientale e sanitaria. In questo scenario, è necessaria un’inversione di tendenza. A tal proposito, Zution ha sottolineato che per superare l’individualismo imperante nella società (obiettivo che non è scontato raggiungere), serve empatia. La fragilità come innesco sociale, però, va prima vista dentro di noi per poi essere vista negli altri.
Zution ha concluso il suo intervento con un concetto in cui anche il MoVI crede fermamente: «quando una comunità fa proprio l’appello della fragilità e ci lavora su, il primo beneficio è per la comunità stessa. Coesione è sicurezza».
Il terzo relatore della conferenza è stato Fabrizio Coccetti, già capo scout d’Italia che, parlando di educazione degli adulti come cittadini partecipi e solidali, ha centrato l’attenzione sul concetto di rischio. Prendere in considerazione il rischio, infatti, fa parte del comportamento responsabile degli esseri umani, ed è sempre parte dell’educazione, a qualsiasi livello. «Progettare è rischio, generare è rischio». L’educazione è, quindi, anche un processo di trasformazione e il cambiamento, per essere grande, deve partire dal basso.
In questo senso, prendendo esempio da don Lorenzo Milani, si può rischiare e scommettere per essere protagonisti nel luogo in cui si abita. Partire dal basso, appunto. Il cambiamento, per realizzarsi, deve partire dal desiderio; un concetto dimostrato dall’Italia del secondo dopoguerra.
Nel pomeriggio i partecipanti si sono divisi in gruppi, guidati dagli animatori del progetto “Prove tecniche di volontariato”. Dalla fase di ascolto si è passati a quella generativa, in cui si sono costruite alcune basi utili a indirizzare il percorso futuro del MoVI.
I gruppi hanno trattato questi temi:
- I cambiamenti che vediamo in atto nella nostra realtà sociale locale e globale
- Ambiente e cambiamenti climatici: quali sfide, che impegni per il volontariato?
- Economia solidale e di comunità: come contribuire, da volontari, a uno sviluppo diverso?
- Disuguaglianze e diritti: impegni e proposte per rimuovere gli ostacoli che impediscono una vita piena per tutti.
- Partecipazione e cittadinanza solidale: quali possibili modi e spazi oggi?