Un grido di dolore e una richiesta precisa: “fermare la strage, subito!”

Sì sono presentati così i 5mila cittadini che si sono dati appuntamento l’11 marzo alle 14.30 sulla spiaggia di Cutro, per esprimere solidarietà con le vittime del naufragio e con le loro famiglie e per sostenere precise richieste affinché tragedie simili non si verifichino più, non sono andati invano. Tra questi c’era anche il Movi, con esponenti delle proprie realtà diffuse sul territorio, e con le loro idee.

«È’ stato importante esserci – ha detto Gianluca Cantisani presidente del Movi – perché è stato l’abbraccio della società civile, delle persone comuni rispetto ad una tragedia che ha lasciato tutti sgomenti, dove hanno perso la vita anche un numero elevato di bambini. La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile – sottolinea Cantisani – ma solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si potevano e si dovevano evitare.

Molte le voci ascoltate: tenere, affettuose: «Stamattina il mare è agitato, è arrabbiato. Ha riportato a riva la trentesima bambina vittima del naufragio, di soli 5 anni. É inaccettabile!». Partecipative: «Oggi sulla spiaggia di Cutro, un’emozione fortissima, commozione e brividi. E un forte senso di unione civile». Invocanti: «Recuperiamo il senso della nostra umanità…!». E severe: sono le voci che vengono dai partecipanti a Cutro, in particolare dai membri dell’associazione Villa Amantea di Milano, realtà amica del MoVI, che ha portato a Cutro i minori della lore comunità. «Grazie al sostegno economico di alcune realtà della società civile siamo potuti arrivare da Milano fino a qui, coi minori non accompagnati dell’associazione, per i quali questa è un’esperienza indimenticabile, in tutta la sua tragicità». Quando si dice la forza delle Reti … Parlano con commozione del valore della vita, innanzitutto: «Il diritto del mare obbliga a prestare soccorso a chi è in pericolo e invece quegli uomini, quelle donne, quei bambini sono stati lasciati morire». Tutti, insieme, sotto il segno di slogan come #fermiamolastrage e #restiamoumani. E ribadiscono: «Il governo ha inviato la Guardia di Finanza contro i clandestini invece di preoccuparsi di mandare i mezzi di soccorso della Guardia Costiera per salvarli.»

Per questo, si parte da qui: «è stato un funerale laico che ha saputo fare quello che il Governo non è stato capace di fare, – sottolinea Cantisani – cioè accompagnare le persone che avevano perso qualcuno, facendo una camminata fino al mare per darle l’ultimo saluto sul posto dove questa tragedia era avvenuta». Ma non ci si ferma al manifestare: “è un atto di umanità quello delle tante persone che hanno preso dei pullman da diverse parti d’Italia e sono arrivate in Calabria per stare con chi ha sofferto e per testimoniare il dolore ma anche la voglia di verità, perché sicuramente qualcosa non ha funzionato». Perciò il Movi, insieme alle realtà e alle reti promotrici della mobilitazione, si propone di aprire un percorso di iniziative, incontri, manifestazioni, affinché si “inverta la rotta”.

Affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.

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