05/07/2023 – Riunione di insediamento del Coordinamento Nazionale: Gianluca Cantisani confermato alla presidenza
Assemblea nazionale – Frascati, 2-4 giugno 2023
DOCUMENTO DI INDIRIZZO
L’assemblea nazionale del Movimento di Volontariato Italiano, riunita a Frascati dal 2 a 4 giugno 2023, riconosce e valorizza il cammino di lettura dei segni dei tempi, di riflessione e di esperienza condivisa, percorso dal Movimento negli ultimi anni per rinnovare il proprio modo di interpretare la missione originaria alla luce dei profondi cambiamenti sociali, culturali e normativi di oggi. In particolare richiama e fa propri: - i passi compiuti con la strategia “Strade nuove”, avviata nel 2012, per leggere le nuove forme e le nuove sfide dell’impegno gratuito in Italia, - le visioni e le scelte che hanno condotto alla riforma del proprio statuto nel 2021, - i passaggi di avvicinamento all’assemblea vissuti con il Laboratorio nazionale del 2021 e la Conferenza nazionale del 2022. Confermando il desiderio di un rinnovamento che, nella fedeltà alle sue radici, renda il Movimento ancora significativo nel tempo presente, l’Assemblea nazionale assume i seguenti indirizzi che affida all’attuazione di tutte le sue articolazioni – reti territoriali, reti regionali e organismi nazionali – per i prossimi anni. Il principio di azione che orienta e fa da filo conduttore delle scelte del movimento è la costruzione di LEGAMI, che riguarda, allo stesso tempo: - l’attenzione a ricreare relazioni, legami vitali e sociali, spazi e occasioni di interdipendenza come peculiarità dell’azione del volontariato nella società; - proporsi come “Casa comune del volontariato” dove costruire e tessere legami tra le organizzazioni e tra le esperienze di azione volontaria; Questo per dare forza dal basso ad una nuova azione sociale per il cambiamento verso una società sempre più umana e realmente sostenibile, contrastando un processo di disgregazione sociale, distruzione dell’ambiente, esplosione delle diseguaglianze, ritorno della guerra (effetti di un’epoca entropica).LEGAMI COME OGGETTO E MODALITÀ PECULIARE DELL’IMPEGNO VOLONTARIO: dal “volontariato dei servizi efficienti” al “volontariato che rifonda reali possibilità di vita comune per tutti”
Il tempo che viviamo è caratterizzato da processi di disgregazione (entropia) che richiedono di rifondare dal basso una società alternativa basata su legami di vita. Nelle attività del volontariato dobbiamo privilegiare e ricercare, più che l’efficienza dei servizi, azioni che “sperimentano quanto di più umano non è ancora stato generato” (Luciano Tavazza): nuovi modi di rispondere ai bisogni, di fare scuola, di abitare, di riconciliare fratture e squilibri. Un volontariato che se perde lo “spirito”, l’ispirazione vitale fondante, perde la sua ragione d’essere e diventa parte esso stesso del problema che vorrebbe invece risolvere. Le reti MoVI a tutti i livelli si devono quindi impegnare a cercare, valorizzare, collegare esperienze vitali e generative che nascono in tutti i luoghi della vita sociale, che si riconoscano o meno nella forma del volontariato tradizionale. Particolare cura cercheremo di avere nel riconoscere che tra queste esperienze molte derivano dall’impegno autonomo di gruppi giovanili, capaci di innovare e aprire strade nuove. Provengono inoltre dalle nuove forme di impegno civico solidale capaci di animare i territori, promuovendo il protagonismo di ogni persona, con uguale presenza di uomini, donne, di ogni origine e cultura, senza discriminazioni di sorta. Inoltre ci impegniamo a promuovere nuove opportunità di condivisione, impegno e sviluppo personale per tutte quelle persone, giovani compresi, che hanno vite complicate, spesso non compatibili con le forme tradizionali dell’impegno volontario.MOVI CASA COMUNE DEL VOLONTARIATO
Dal punto di vista del movimento questo si traduce nel proporsi come CASA COMUNE per tutte le esperienze di volontariato e azione civica dal basso. Questo comporta i seguenti principali impegni e indirizzi da sviluppare nell’azione del Movimento ai diversi livelli: - Superare l’autoreferenzialità dei gruppi e costruire ponti e relazioni per contribuire al cambiamento sociale vivendo e testimoniando una rinnovata cultura della solidarietà e un modo nuovo di intendere la vita sociale oltre l’individualismo; - Aprire il Movimento alle più diverse realtà dell’agire solidale e gratuito, collegando gli enti iscritti e non iscritti ai registri, le realtà formali e i gruppi di volontariato non organizzati; - Proseguire il sostegno e la promozione di nuove reti nei territori nel rispetto dei propri tempi di crescita e di maturazione. Modalità e strumenti per fare Casa saranno per noi: - La ricerca di luoghi fisici da condividere per progetti di rete e di comunità (beni confiscati, case per la pace, case della comunità/di quartiere, case del volontariato, scuole aperte partecipate, ecc); - La costruzione dal basso di reti e azioni condivise, anche attraverso la promozione di attività formative (officine) e nuove modalità di ricerca e costruzione collettiva di analisi, linee d’azione e progetti; - Sostenere e organizzare occasioni ampie e trasversali di confronto, riflessione, rilettura del nostro agire per costruire una visione ampia sulle sfide del sociale, dell’educazione, dei beni comuni, della legalità, degli stili di vita, dell’economia solidale, del bene salute per tutti (cantieri); - La comunicazione interna ed esterna per favorire la narrazione di esperienze vitali e generative che vengono riconosciute nella comunità e/o sperimentate dalle realtà collegate; - Condividere e rilanciare la dimensione politica dell’azione trasformatrice della società civile organizzata e del volontariato; - Ricercare e consolidare modalità di amministrazione condivisa e di nuovi rapporti con le istituzioni, anche attraverso gli strumenti della co-programmazione e co-progettazione e di partecipazione democratica di base, non come strumenti per realizzare servizi più efficienti ma come strada per rilanciare e attuare pienamente la nostra Costituzione ed in particolare il comma 4 dell’art 118; - Mantenere, consolidare relazioni e collaborazioni con organismi di coordinamento e rappresentanza, altre reti e campagne, in Italia e in Europa, sviluppando anche relazioni con organismi simili al nostro all’estero.LINEE DI AZIONE PER I DIVERSI LIVELLI DEL MOVIMENTO
L’Assemblea affida al Coordinamento Nazionale l’elaborazione di una proposta di articolazione degli obiettivi e degli impegni del presente documento ai diversi livelli del movimento: reti territoriali, reti regionali, rete nazionale e gruppi tematici e progettuali. Tale elaborazione verrà diffusa a tutti i livelli del movimento.Censimento ISTAT sul non-profit: l’analisi di Giovanni Serra
Censimento ISTAT: il non-profit come volano per l’innovazione
Le reti territoriali del MoVI
Aperte le iscrizioni al corso di formazione per gli operatori del Terzo Settore: COSTRUIRE RETI E AZIONI PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE
“Costruire reti e azioni per l'EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE”: è il corso che Solidarietà e Cooperazione CIPSI e CeVI ODV (Centro di Volontariato Internazionale) lanciano per la formazione all’Educazione alla Cittadinanza Globale, per operatori del Terzo Settore, volontari della rete CIPSI e delle reti coinvolte nel progetto, insegnanti e responsabili delle scuole, nell’ambito del progetto “Reti al Cubo per il benessere della persona, delle comunità, del pianeta”. Gli incontri si svolgeranno nei mesi di aprile e maggio 2023.
Gli Obiettivi del corso formativo sono: condividere riferimenti, approcci, pratiche di Educazione alla Cittadinanza Globale nei percorsi di educazione formale, educazione non formale, attività di informazione e sensibilizzazione; conoscere e condividere le competenze di cittadinanza globale; favorire lo sviluppo di idee e collaborazioni per future attività.
La formazione di svilupperà in 4 sessioni, 3 in modalità on-line e 1 in presenza, secondo il seguente calendario:
18 aprile ore 17-19 incontro online
26 aprile ore 17-19 incontro online
3 maggio incontro in presenza di 1 giornata (sedi da definire)
16 maggio ore 17-19 incontro online di chiusura.
Paola Berbeglia, coordinatrice didattica del corso, ha dichiarato: “L'educazione alla cittadinanza globale è la prima delle competenze richieste ai giovani per collocarsi sul mercato del lavoro, secondo il gruppo scuole della Banca mondiale. L'ECG è anche definita come il prerequisito per l'acquisizione di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile secondo l 'Avis. L'ECG è anche oggetto di strategie politiche pubbliche a livello nazionale e internazionale. L'ECG è parte essenziale e potenziale dell'insegnamento sull'educazione civica. Acquisire competenze in ambito cognitivo socio emotivo e comportamentale è l'obiettivo di questo corso”.
Il Programma più dettagliato è il seguente.
Prima sessione - 18 aprile ore 17-19 incontro online
- Introduzione all’ECG
- Contenuti della strategia italiana
- La strategia europea
Seconda sessione - 26 aprile ore 17-19 incontro online
- L’ECG nell’educazione formale, educazione non formale attività di informazione e sensibilizzazione;
- L’approccio della Teoria del cambiamento
Terza sessione – 3 maggio incontro in presenza
- Esperienze, buone pratiche, priorità e idee nel campo dell’ECG (lavoro interattivo)
- Compiti per casa a gruppi: impostazione di idee, bozze di progetti
Quarta sessione - 16 maggio ore 17-19 incontro online di chiusura.
- Presentazione dei compiti per casa
- Discussione
- Valutazione del percorso
Per partecipare è necessario iscriversi alla Segreteria Organizzativa CIPSI del corso, Francesca Giovannetti, compilando la Scheda di iscrizione & informativa privacy e inviandola, via mail, a cipsi@cipsi.it
Il progetto è realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2021 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n.117/2017.Verso l’assemblea MoVI 2023: IL MOVI CASA COMUNE DEL VOLONTARIATO ITALIANO
Gli spunti dell'incontro online di giovedì 30 marzo
Ci vuole creatività e coraggio per dare casa al volontariato, in ogni territorio dove sorgono le Reti di volontari. Perché ce n’è proprio bisogno, per dare un volto e una dimensione politica a quello che facciamo. Politica, cioè in grado di trasformare e incidere alla radice sulle ferite di questa nostra società. Sono le parole con cui il vicepresidente del MoVI Giovanni Serra ho concluso l’incontro online del 30 marzo scorso, dal titolo: IL MOVI CASA COMUNE DEL VOLONTARIATO ITALIANO, terzo appuntamento da remoto in vista dell’Assemblea nazionale (2-4 giugno 2023, Frascati). Il dibattito si è aperto con l’intervento del nostro presidente, Gianluca Cantisani: «Di fronte alla frammentazione che abbiamo in Italia, l’idea di avere un luogo in ogni città per confrontarsi su quello che sta accadendo è importante. Abbiamo la necessità di ricostruire i legami dal basso. Ognuno deve farlo nel proprio territorio, per non essere isolati. La Casa comune del volontariato assomiglia a qualcosa del genere». Oltre 45 i partecipanti al webinar – provenienti da varie regioni d’Italia – che hanno ascoltato i temi di fondo messi sul tavolo per avviare la discussione, a partire da una domanda che ci chiama ad interrogarci sull’identità del volontario: cosa significa essere Casa Comune del Volontariato? Come possono organizzarsi le reti territoriali per valorizzare la grande riserva di gratuità che c’è nelle comunità? Quale spazio possiamo offrire a quelle esperienze di volontariato che non entreranno nella riforma del Terzo settore? L’idea della Casa comune del Volontariato – ha detto Serra – la stiamo maturando da alcuni anni. E rifletterci significa cercare risposte che possono venire da quattro punti fermi. Intanto mettendoci d’accordo sul significato dei termini Volontariato e Volontario (contigui, ma non identici). E poi: siamo consapevoli delle tante facce che ha la gratuità nel nostro Paese? Terzo, chiediamoci perché costruire una Casa comune e con quali scopi. Quarto: in che modo le Reti territoriali possono costruire la Casa del volontariato come spazio di incontro? La definizione: volontariato e volontario non sono termini coincidenti. Si intrecciano ma rimangono diversi se non si integrano secondo 4 coordinate fondamentali: gratuità; radicamento nella vita delle comunità; cura delle relazioni; dimensione politica per agire in vista dell’edificazione di una società più giusta e sostenibile. In altre parole: «I volontari non sono esperti, ma parte di una comunità. Sono radicati nel contesto in cui operano». Di conseguenza, la cura delle relazioni è l’espressione migliore dell’essere volontari: «La vera specializzazione dei volontari è la capacità di costruire relazioni nel riconoscimento della dignità altrui». Sono relazioni che potremmo definire, secondo Serra, persino terapeutiche perché contribuiscono a “curare la società”. Non ci accontentiamo di mettere panni caldi o cerotti sulle ferite, ha insistito provocatoriamente il vicepresidente; potremmo dire, con un paradosso, che «i volontari agiscono per non essere più necessari», e ciò significa agire per una dimensione politica più ampia. Altra considerazione: il volontariato non abita più solo nelle organizzazioni di volontariato strutturate. Dobbiamo prendere coscienza di questo (anche per la spinta data dalla riforma del Codice del TS). Le inchieste confermano che sebbene alcune forme tradizionali siano definite per essere “largamente abitate da volontari in grande maggioranza”, oramai essi sono presenti anche fuori dagli enti di TS (anche piccoli, a cui non serve necessariamente adeguarsi a procedure burocratiche per essere riconosciuti in quanto tali). Inoltre, in Italia c’è una presenza molto significativa, di almeno 3 milioni di persone che esercitano la gratuità in modo individuale, senza un’organizzazione di appartenenza. Dobbiamo riconoscere che questa riserva di gratuità non è più solo nelle ODV. Per questo è necessaria una Casa comune: per riconoscersi e fare strada insieme, sostenersi gli uni con gli altri, accordarsi per agire; perché la dimensione politica del volontariato per il cambiamento richiede una “casa aperta”. Sul cambiamento culturale, però, dobbiamo fare quadrato, e non accontentarci. «Produciamo cambiamento quando generiamo legami che fanno bene, relazioni durature, che indirizzano nella direzione del Noi, in controtendenza a quella dell’IO, oggi prevalente». «Abbiamo davanti una grande sfida educativa che può consentirci di fare un cambiamento sociale interessante. Abbiamo bisogno di fidarci degli abitanti delle comunità e, quindi, di coinvolgerli. Per questo serve una Casa che sia permeabile e aperta. Che sia fisica, lì dove ci sono le condizioni (le “mura”), ma anche immateriale, e svolgere quelle funzioni che uno spazio inclusivo permette!». Serra ha proseguito domandandosi: come facciamo ad essere rete di Volontariato? È una questione di cuore: i fondatori di una Casa devono pensarsi come edificatori che non bastano per sé stessi, ma che tendono ad allargarsi, oltrepassando i propri confini. Ma non c’è il rischio della disparità quando si hanno diverse modalità di essere, ci si potrebbe chiedere? No, se si acquisisce il “Metodo del consenso”, sottolinea Serra: tenere conto delle posizioni di tutti; che non vuol dire unanimità forzata ma inclusione, ascolto sincero, condivisione, elaborazione di idee e proposte. Il nostro secondo vicepresidente, Alfonso Gentile, si è concentrato sulla necessità del “passaparola”, elemento adatto a costruire la nostra Comunità anche in luoghi dove non siamo presenti. «Nella fatica di questo lavoro, come costruttori di legami abbiamo davanti a noi questo modo di “essere” volontari, nelle diverse dimensioni. Mettendo al primo posto il rapporto con il territorio, che è fondamentale per essere attori protagonisti del cambiamento che immaginiamo per la società. E quindi, consideriamo il concetto di “impegno”, che per ognuno di noi deve assumere il senso di: capacità di coniugare appartenenza e responsabilità». Il dibattito on line che è seguito alle due rapide introduzioni è stato vivace; un assaggio dell’assemblea del prossimo giugno. Ha colpito in particolare il “Metodo del consenso” che indicato da Serra: un metodo da approfondire, soprattutto perché fa parte delle caratteristiche essenziali del MoVI, insieme al suo radicamento sul territorio. In quest’ottica, il consenso diventa lo strumento in grado di unificare le varie esperienze di volontariato su scala nazionale, agendo localmente ma seguendo un pensiero globale che ci identifica. Una visione incentrata sul concetto di trasversalità delle esperienze all’interno delle quali operiamo, che devono interagire tra loro per funzionare con efficacia. Durante l’incontro, si è evidenziato anche l’atteggiamento lungimirante che ci deve contraddistinguere; uno sguardo attento alle prossime generazioni, soprattutto per contrastare i fenomeni di fragilità educativa e di abbandono scolastico che continuano ad ostacolare lo sviluppo della nostra società nell’ottica dell’inclusione di tutti. È su questi presupposti che va edificata la nostra Casa comune del volontariato, fondata su relazioni durature e sulla condivisione delle corresponsabilità tra tutti i soggetti interessati ad entrarvi per tenerla in vita. Infine, si è riflettuto sul concetto di gratuità, che non ha solo un carattere economico, di retribuzione, ma che intende anche la predisposizione con cui individui e associazioni operanti sul territorio intendono il volontariato: un’attività che non presuppone vantaggi personali, che non può essere un pretesto per fare politica, e che non va ridotta all’assenza di un compenso economico come contropartita. Un concetto, quello di gratuità, che non va sventolato come bandiera per dividere i buoni dai cattivi, come ha sottolineato Serra in conclusione del dibattito. «Si tratta, piuttosto, di una possibilità, di un dono che ci viene offerto e che ci consente di maturare». Riguardo all’educazione e al metodo del consenso, invece, ha aggiunto: «non ci sono maestri che insegnano ad altri. Ma gli uomini si educano collaborando e con la mediazione del mondo. Il metodo del consenso, allora, rappresenta una chiave per dire che non si ha sempre ragione, ma si è disposti a riconoscere quelle degli altri, in un confronto». In conclusione, dal presidente, due notizie importanti:- è online il nuovo sito del MoVI, che vi invitiamo a navigare e a popolare;
- recentemente sono nate 25 nuove reti territoriali, che parteciperanno – insieme alle altre – i prossimi 2-4 giugno alla tanto attesa Assemblea Nazionale.
COSTRUIRE RETI E AZIONI PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE: al via il corso di formazione per volontari e operatori del Terzo Settore
Gli Obiettivi del corso formativo sono: condividere riferimenti, approcci, pratiche di Educazione alla Cittadinanza Globale nei percorsi di educazione formale, educazione non formale, attività di informazione e sensibilizzazione; conoscere e condividere le competenze di cittadinanza globale; favorire lo sviluppo di idee e collaborazioni per future attività.
La formazione di svilupperà in 4 sessioni, 3 in modalità on-line e 1 in presenza, secondo il seguente calendario:
- 18 aprile ore 17-19 incontro online
- 26 aprile ore 17-19 incontro online
- 3 maggio incontro in presenza di 1 giornata (sedi da definire)
- 16 maggio ore 17-19 incontro online di chiusura.
Paola Berbeglia, coordinatrice didattica del corso, ha dichiarato: “L'educazione alla cittadinanza globale è la prima delle competenze richieste ai giovani per collocarsi sul mercato del lavoro, secondo il gruppo scuole della Banca mondiale. L'ECG è anche definita come il prerequisito per l'acquisizione di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile secondo l 'Avis. L'ECG è anche oggetto di strategie politiche pubbliche a livello nazionale e internazionale. L'ECG è parte essenziale e potenziale dell'insegnamento sull'educazione civica. Acquisire competenze in ambito cognitivo socio emotivo e comportamentale è l'obiettivo di questo corso”.
Il Programma più dettagliato è il seguente.
Prima sessione - 18 aprile ore 17-19 incontro online
- Introduzione all’ECG
- Contenuti della strategia italiana
- La strategia europea
Seconda sessione - 26 aprile ore 17-19 incontro online
- L’ECG nell’educazione formale, educazione non formale attività di informazione e sensibilizzazione;
- L’approccio della Teoria del cambiamento
Terza sessione – 3 maggio incontro in presenza
- Esperienze, buone pratiche, priorità e idee nel campo dell’ECG (lavoro interattivo)
- Compiti per casa a gruppi: impostazione di idee, bozze di progetti
Quarta sessione - 16 maggio ore 17-19 incontro online di chiusura
- Presentazione dei compiti per casa
- Discussione
- Valutazione del percorso
Per partecipare è necessario iscriversi alla Segreteria Organizzativa CIPSI del corso, Francesca Giovannetti, inviando una mail a cipsi@cipsi.it